Santiago Calatrava Valls è uno degli interpreti contemporanei dell’approccio formal-strutturalista nella sua variante “neo-organica”. Pittore, scultore, designer, ingegnere e architetto viene definito spesso come artista poliedrico, avendo dato vita a opere frutto di un dialogo costante di varie discipline interconnesse.
Il suo approccio alla costruzione, al contempo geniale e atipico, è stato riconosciuto attraverso alcune delle più importanti onorificenze nel campo, quali:
- l’Auguste Perret Prize nel 1987;
- la Gold Medal dell’Institution of Structural Engineers nel 1992;
- la Medaglia d’oro AIA nel 2005 e l’European Prize for Architecture nel 2015.
Chi è Santiago Calatrava Valls: biografia e studi
Nel 1979 conseguì il dottorato di ricerca in Ingegneria Civile, presso l’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Zurigo, l’ETH (Eidgenössische technische Hochschule). Qui conobbe la futura moglie Robertina, madre dei suoi quattro figli. In quegli anni subì l’influenza dello svizzero Le Corbusier, la cui cappella Notre Dame du Haut, gli permise di comprendere come generare forme complesse in architettura. Completò la sua tesi di dottorato “Sulla piegabilità delle strutture” e, nel 1981, aprì il suo primo studio a Zurigo.
Ricevette, in seguito, la laurea honoris causa del politecnico di Valencia e il Prix d’excellence di Toronto per la BCE place gallery (1987-92). Nel 2011, invece, Papa Benedetto XVI lo proclamò consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e, dal 2019, è membro della Pontificia Accademia dei Virtuosi del Pantheon, su nomina di Papa Francesco. Oggi la sua attività, oltre alla sede di Zurigo, procede anche a Doha e New York.
Dal rigore matematico al virtuosismo costruttivo
Lo spirito del tempo in cui Calatrava si innesta ha profondamente influenzato tutte le sue realizzazioni. Tra gli anni ‘60 e ‘70, infatti, il mondo arriva a un bivio dogmatico, in cui bisogna scegliere se seguire l’ondata ingegneristica di matrice Hight-tech, incline alla serialità, o muoversi secondo i dettami dell’architettura. Il campo squisitamente architettonico, dal punto di vista progettuale, subiva nette classificazioni divise in correnti: post-moderno, neo-storicismo, neorazionalismo.
L’artista, dopo aver captato e assorbito l’essenza del contesto circostante, decide di non definire nettamente “da che parte stare” ricercando, piuttosto, l’interdisciplinarità. Sostanzialmente, gran parte delle sue riflessioni sono votate alla perfetta combinazione statica, che sorregge le sue opere “sospese”, nello specifico i ponti. Questi rappresentano una perfetta esibizione del rigore matematico, che dona un equilibrio impeccabile alle masse e ai corpi.
D’altro canto, però, le forme semplici che mescola da vero maestro, devono suscitare emozioni in chi le vive e le osserva. Non si parla, dunque, di formalismo asservito all’estetica ma di far interagire in modo simbiotico gli elementi, suggerendo il movimento.
Per rendere più “virtuose” e vibranti le sue opere, inizia una sperimentazione sul cemento armato. Lo fa avvalendosi sia delle sue conoscenze ingegneristiche che architettoniche, senza rinunciare agli espedienti più tecnologici. Ecco che le forme appaiono, al contempo, funzionali ma gradevoli, quasi fossero una sinfonia musicale.
La forma conclusa dalle candide ossa
Questo significa che la sincronia perfetta lascia posto a un immaginario meno tecnico, dove nervature e costoni richiamano alla mente una sorta di scheletro. Questo tipo di contatto aiuta l’osservatore a sentirsi in armonia con l’opera, essendo libero di interpretarla a suo piacimento.
Tale aspetto denota un approccio profondamente inclusivo dello stile Calatrava, che accoglie anche il passante casuale, meno avvezzo alla comprensione delle norme in materia. Così facendo si possono abbracciare le esigenze profonde e sociali di un essere umano, nel vivere da solo o in gruppo, nel suo habitat naturale.
Un fattore che colpisce, e che ritroviamo in modo puntuale nelle sue costruzioni, è il ricorso all’uso del bianco. I colori tenui, candidi, avvolgenti, ricoprono le “ossa” delle sue strutture. La scelta di tale espediente non è casuale: per l’archistar, difatti, si tratta di un mezzo per aprire la mente all’immaginazione senza cercare di guidarla o dirigerla verso una simbologia a senso unico, decisa a priori.
Le cinque opere più importanti di Santiago Calatrava
Santiago Calatrava è uno degli architetti più amati e discussi dei nostri tempi. I suoi progetti, che spaziano dai ponti, alle stazioni, agli aeroporti, agli edifici privati, rimandano al mondo naturale, da cui ne astrae le forme per convertirle in architettura. Vediamo insieme quelli più spettacolari.
Stazione Oriente 1993-1998
Questo progetto sito a Lisbona, rappresenta tutta la grandezza visionaria di Calatrava. Creato per l’Expo ‘98, il sito oggi risplende in tutta la sua magnificenza. Andando oltre il brief del concorso, nel realizzare questa struttura, l’archistar decise di stabilire un legame tra le aree precedentemente separate del distretto di Olivais: l’Avenida Berlin, che fu estesa fino al bordo del fiume, e il Reciproca Avenida, un viale nuovo costruito sul bordo settentrionale.
Tramite questa soluzione, Calatrava voleva definire i confini del passaggio pedonale e suggerire un principio di ordinamento dell’intera zona. Ciò è stato possibile spostando a nord, del sito originariamente designato, la costruzione della stazione, per creare un’innovativa proposta urbanistica. L’ordine strategico ha dato al Distretto di Olivais una funzione al di là di Expo.
Calatrava posizionò le piattaforme su una struttura a ponte, composta da cinque file di archi gemellati, 256 piedi in larghezza totale, che si estendono per 853 piedi. Al centro della sua creazione, una piazza definisce gli spazi: il terminal degli autobus si trova immediatamente a ovest della stazione, mentre un complesso di edifici commerciali è disposto intorno a est e definisce il perimetro dell’agorà. L’accesso all’edificio, invece, occupa una sala multi-livello direttamente sotto le piattaforme.
Sopra le piattaforme troviamo il vero colpo di scena di questo progetto: gli “alberi” in acciaio e vetro, indice del legame col mondo naturale, che si intrecciano per formare un sistema continuo di tetti trasparenti disposti su una griglia di 56 piedi. Il ricorso a questi materiali si riversa anche nelle ampie tettoie vetrate del terminal degli autobus e della galleria.
La pavimentazione a blocchi di vetro traslucida, è trattata come un elemento assiale e ordinatore che attraversa l’intero complesso da ovest a est. Oggi Oriente Station è diventato uno dei nodi di trasporto più completi d’Europa.
Puente de la Mujer 1999- 2001
L’intervento di Calatrava, dunque, è stato pensato per rendere fruibile il lato est del Dock 3 di Puerto Madero, dove le vie pedonali risultavano inadeguate. La soluzione a questa sfida è stata il Puente de la Mujer: una struttura che consiste in un ponte sospeso lungo 102 metri, situato tra una coppia di campate di avvicinamento fisse. La sezione centrale è sospesa con cavi fissati a un pilone, alto 39 metri. Il ponte, rivestito con legno locale, è leggermente inclinato e fornisce una connessione senza barriere per pedoni e ciclisti.
La componente ingegneristica del bagaglio culturale di Calatrava, trova la sua massima esibizione nella cinesi del ponte. Questa sezione, infatti, è stata concepita per ruotare di 90 gradi, quasi fosse una sorta di braccio, per consentire il al flusso delle navi di procedere indisturbato. Il peso della torre meccanica bilancia il peso del pilone, consentendo di semplificare il sistema di rotazione.
Le basi sono in solido cemento armato e acciaio. La colorazione candida, che prevale sull’intera opera, è perfettamente in linea con il concetto di libera interpretazione che ritorna nelle costruzioni di Calatrava. Di notte, il Puente de la Mujer, è illuminato in modo impeccabile da un sistema appositamente concepito, che lo ha reso un nuovo simbolo per Buenos Aires.
Turning Torso 1999-2005
Turning Torso è una torre residenziale a uso misto concepita per il quartiere Western Harbor di Malmé, in Svezia, esposta in occasione dell’’European Housing Expo 2001 (Bo01). La forma della torre, che ricorda un torso umano in rotazione, viene ripresa da una delle sculture di Calatrava, il Torso Tornitura. Anche in quest’opera, dunque, c’è una particolare attenzione per le forme presenti in natura.
Questo gioco di richiami viene palesato attraverso una pila di nove moduli cubici con punte triangolari. Ogni unità ospita cinque piani di circa 2.000 metri quadrati, come se fossero dei “sotto-edifici” della torre. Il nucleo contenente gli ascensori interni e le scale, attraverso i quali comunicano le unità, è l’equivalente del supporto in acciaio della scultura.
Le unità da tre a nove contengono 147 appartamenti, di dimensioni variabili da 45 a 190 metri quadrati. Le sale riunioni sono assegnate nella parte superiore dell’unità nove, ai piani 53 e 54. La struttura principale portante è in cemento armato, il cui punto focale corrisponde esattamente al centro di rotazione dei pavimenti. Per rinforzare il nucleo c’è una colonna d’acciaio verniciato, con capriate esterne in piedi, ancorata a ogni unità grazie a grandi montanti diagonali e orizzontali in acciaio. La facciata, invece, è composta da circa 2.800 pannelli in alluminio curvo e 2.250 finestre in vetro piatto.
All’esterno del Turning Torso si trova una piscina riflettente in granito nero, un materiale utilizzato anche all’interno dell’edificio, in particolare nella hall. L’intero edificio è accessibile ai disabili e presenta un design ambientale altamente avanzato.
Nell’agosto 2015 il progetto è stato premiato con il prestigioso “10 Year Award” dal Council on Tall Buildings and Urban Habitats (CTBUH), che riconosce il valore della Torre e il suo contributo alla cultura e all’iconografia urbana. Con i suoi 190 metri quadrati di altezza, il Turning Torso è l’edificio residenziale più alto della Svezia e il secondo edificio residenziale più alto d’Europa.
Stazione di Reggio Emilia AV Mediopadana 2002-2014
Il master plan completo di riqualificazione della zona, oltre alla stazione in sé, prevedeva una successione di ponti, una stazione di pedaggio autostradale e altri miglioramenti delle infrastrutture per facilitare l’accesso alla città. I tre nuovi ponti, creati sempre da Calatrava, sono stati inaugurati nel 2007. La stazione è un punto di riferimento lungo la A1 ‘Autostrada del Sole’ che corre parallela alla linea ferroviaria, ed è stata concepita secondo i vincoli dell’autostrada esistente e del binario ad alta velocità, lungo 500 metri.
Si sviluppa lungo il viadotto su due atri; i binari ferroviari e le piattaforme al livello superiore, mentre l’accesso alla stazione è sito al livello inferiore. Questo ospita vari servizi per i viaggiatori con biglietterie, banco informazioni, scambi di treni e autobus regionali, stand di taxi e unità di vendita al dettaglio, nonché spazio per l’espansione futura. Intorno alla stazione c’è una piazza paesaggistica, 300 posti auto e una zona di decollo ‘kiss-and-ride’ situata di fronte alla stazione.
Per la struttura si è pensato alla ripetizione di un modulo lungo 25,4 metri che consiste in una successione di 25 portali in acciaio distanziati di circa un metro l’uno dall’altro. La ripetizione della sequenza raggiunge la lunghezza totale di 483 metri, che crea un effetto onda dinamica. Le linee d’onda, sulla pianta del pavimento e sulle altezze, danno origine a un volume sinusoidale tridimensionale. Il baldacchino di vetro e la facciata, realizzati posizionando il vetro laminato tra i portali per mezzo di un telaio in alluminio, copre l’intera lunghezza delle piattaforme.
World Trade Center Transportation Hub 2003- 2016
Questa struttura è emblema della produzione artistica di Calatrava, che ricorda lo straordinario valore artistico e culturale delle sue realizzazioni.
In particolare, il Transportation Hub, è stato in grado di divenire simbolo di rinascita. Data l’esclusività di tale creazione troverete un focus dedicato nel prossimo articolo.