In un precedente articolo ti avevamo dato alcune anticipazioni sulla valenza concettuale del World Trade Center Transportation Hub. Questo complesso progetto è stato in grado di rivoluzionare il modo di concepire la zona dove sorgevano le Twin Towers, distrutte nel tragico attentato dell’11 settembre 2001.
Il nostro focus di oggi, per tali ragioni, darà ampi spunti di riflessione sull’azione del visionario Santiago Calatrava. Rispondendo al bisogno necessario di rinascita e di ricostruzione, questa potente struttura è stata oggetto di importanti riconoscimenti tra cui il Design of the Year 2016 e il SARA (Special Design Award of Excellence), che premia le eccellenze in termini di infrastrutture urbane.
World Trade Center Transportation Hub: la nascita dell’Oculus
Nel gennaio 2004, l’artista presentò il suo progetto per il World Trade Center Transportation Hub: al 185 di Greenwich Street. Si trattava di una nuova struttura permanente per la Lower Manhattan, situata immediatamente ad est delle originali Twin Towers.
Questo lavoro, anche noto come Oculus, oggi sostituisce e risana il sistema ferroviario originario, il Port Authority Trans-Hudson (PATH), che è stato distrutto durante l’attacco. Oltre a servire i treni pendolari, l’edificio si collega alla linea metropolitana di New York (1, A, C e R), e fornisce un accesso pedonale coperto a Brookfield Place, torri 1, 2, 3 e 4, così come al nuovo Fulton Street Transit Center.
La collocazione spaziale selezionata ha dato vita a un luogo non solo funzionale, ma anche di ritrovo pubblico, stimolante e pieno di luce. La prima importante decisione di Calatrava, infatti, è stata quella di concepire l’edificio come una costruzione free standing e posizionarlo lungo il bordo meridionale della piazza “Wedge of Light” di Daniel Libeskind.
Questo trattamento del sito crea una sorta di pausa tra le torri commerciali e collega la vasta distesa di spazi verdi, che si estendono dal Parco del Municipio al sagrato di St. Paul, attraverso la piazza WTC Transportation Hub, fino ai giardini del Memorial e Battery Park lungo l’Hudson.
L’inaugurazione dell’opera è avvenuta nel marzo del 2016. La sua realizzazione ha comportato un costo di oltre 4 miliardi di dollari e 12 anni di lavori, ma ne è assolutamente valsa la pena, considerando la sensazione di purezza e maestosità che poche altre architetture al mondo riescono a provocare.
Sulle ali dell’Oculus: la simbologia viscerale di una colomba
Le ragioni di queste lusinghe estetiche in realtà hanno un valore morale decisamente aulico: la colomba, oltre a essere da sempre un simbolo di pace e purezza, si contraddistingue per lo struggente potere immaginifico, tale da evocare immediatamente un moto di speranza.
L’architetto ha voluto rendere omaggio, attraverso il ricorso all’acciaio, cemento e vetro, alla fede e al coraggio che ogni cittadino newyorkese ha speso nel favorire la rinascita di quella città. L’auspicio di Calatrava è far sentire l’individuo parte integrante dell’opera. Ancora una volta ritorna quel senso di inclusività caratteristico delle sue creazioni. Osservando l’Oculus, infatti, ognuno dovrebbe sentirsi il benvenuto, apprezzando un messaggio che invoca resilienza e fiducia nel futuro.
Non ci sono altri termini per definire l’essenza di questa progettualità visionaria, eccetto “capolavoro dell’architettura contemporanea”. E’ la testimonianza indiscutibile della grande forza di un popolo e di una città, New York, che ha saputo reagire ricostruendo proprio su quel luogo qualcosa di meraviglioso e unico.
Come spiccare il volo: i tecnicismi esterni
Analizzando stilisticamente ogni singolo frammento di edificio, si respirano ispirazioni suggestive di tradizioni divergenti: il mandorla bizantino, le ali di cherubini sopra l’Arca dell’Alleanza, o le ali riparari sulle urne canopi egizie. Tuttavia, essendo Calatrava un profondo conoscitore delle correnti d’autore non a lui direttamente coeve, ha saputo destreggiarsi da vero maestro per farle combaciare alla perfezione.
Secondo l’artista, la forma può essere riassunta nell’immagine di un uccello liberato dalle mani di un bambino. Per rendere questo concetto esteticamente chiaro ha utilizzato delle travi, che spuntano da due archi da 350 piedi che fiancheggiano l’asse centrale del progetto.
L’Oculus, infatti, è composto da costole in acciaio e vetro disposte in una grande forma ellittica. L’ossatura si estende per creare due tettoie sopra le porzioni nord e sud della piazza. Contemporaneamente, la struttura si innalza a circa 50 metri da terra formando una cupola ovale. Il suo dorso è diviso a metà da una finestratura che corre per tutta la sua lunghezza. Si tratta di un enorme lucernario incastonato tra gli archi, che incornicia una fetta del cielo di New York. Questa finestra può essere aperta nelle giornate temperate, oltre alla canonica data dell’11 settembre.
Questo enorme spicchio di vetro permette alla luce naturale di immergersi nel WTC Transportation Hub, filtrando verso il basso attraverso tutti i livelli, fino a giungere alla piattaforma ferroviaria PATH, circa 60 piedi sotto la strada.
Di notte, l’edificio illuminato, rievoca un’altra figura importante: una lanterna, un fascio di speranza per dare luce a quel quartiere. Santiago Calatrava, definisce la componente illuminotecnica al pari di un ulteriore elemento strutturale del WTC Transportation Hub, come se fosse supportato da “colonne di luce”.
Anche in questo caso, l’attenzione morbosa verso il richiamo alle ossature nelle sue opere, ritorna puntuale come marchio di fabbrica dell’architetto, che trae da sempre grande ispirazione dal mondo naturale.
Gli interni: lasciarsi sopraffare da un inno alla luce
Questo primo piano, una sorta di atrio, appare luminosissimo grazie al pavimento in marmo bianco italiano. Deve il suo nome alla particolare forma: come l’interno di un occhio socchiuso che guarda il One World Trade Center, la grande torre simbolo della ricostruzione. Lo spazio ellittico senza colonne è lungo circa 350 piedi, per 115 piedi di larghezza nel suo punto più largo.
Tutto ricorda una sorta di spazio assoluto, immerso nel candore assolutamente dominante, che quasi rende invisibile la struttura portante, facendo apparire l’Oculus sospeso nel vuoto. Anche il ricorso all’uso del bianco non è casuale: questo ritorna nelle realizzazioni dell’archistar come un mezzo per aprire la mente senza cercare di guidarla verso una simbologia decisa a priori.
Attorno a questo salone, su diversi livelli di balconata, si susseguono i negozi di un centro commerciale – il Westfield World Trade Center – che si estende per oltre 20.000 mq. Le scale mobili, gli ascensori e le scale forniscono l’accesso ai livelli di atrio superiore e inferiore. Di sera, invece, un sistema di illuminazione ad hoc rende l’opera ancora più suggestiva.
L’atrio inferiore si trova a circa 34 piedi sotto il livello della strada e 160 piedi sotto l’apice del lucernario. E’ il PATH: il cuore logistico del World Trade Center che per dimensioni è il terzo polo di trasporto pubblico di New York City. Si tratta di un’avvenieristica stazione dove arrivano i treni e 11 linee della metropolitana.
La PATH Hall è definita da una serie di costole parallele in acciaio che, in questo caso, definiscono un soffitto ondulato a 55 piedi sopra il pavimento. Le chiare campate dello spazio facilitano il comfort, l’orientamento e una maggiore sicurezza.
Le aperture nel pavimento PATH Hall fungono da connessione spaziale tra le piattaforme e il soffitto della sala PATH, in modo che i pendolari in arrivo entrino in un grande spazio direttamente dopo la deformazione.
La combinazione di luce naturale e forma scultorea conferisce dignità e bellezza ai livelli inferiori e alle passerelle pedonali dell’edificio e mette a disposizione di New York City uno spazio pubblico di cui non ha mai goduto in precedenza.