“In un momento in cui le biblioteche sono minacciate da un sistema pubblico in calo da un lato e dalla digitalizzazione dall’altro, la Biblioteca centrale di Seattle crea uno spazio civico per la circolazione della conoscenza”. Con queste parole, viene racchiusa sul sito ufficiale dell’Oma l’essenza di tale opera culturale e artistica: ridefinire la biblioteca come uno spazio non più relegato alla mera conservazione di manoscritti e libri, ma allo scambio di sapere e conoscenza, a un contenitore multimediale di informazioni in cui i vecchi e i nuovi sistemi di comunicazione si intrecciano perfettamente.
Biblioteca centrale di Seattle: un’opera rivoluzionaria
Con il progetto per la Biblioteca Centrale di Seattle, Rem Koolhaas dimostrò ancora una volta la sua genialità. Un pensiero rivoluzionario in grado di stabilire relazioni complesse, articolate, intuitive ed armoniche tra l’opera d’arte e il panorama urbano. Affiancato nella progettazione da Joshua Prince-Ramus, Koolhaas prima di realizzare tale costruzione, effettuò una lunga ricerca e analisi su come le persone percepissero la biblioteca. Capì che era necessario unire la tradizione all’innovazione, il sapere alla tecnologia, la cultura al divertimento e al benessere. Solo grazie a questo connubio di elementi, il suo progetto aveva senso di esistere. Ed è così che nacque la Biblioteca Centrale di Seattle, aperta al pubblico per la prima volta il 23 maggio 2004. Alta 11 piani, con 56 metri di altezza, si estende per una superficie di 34.000 metri quadri.
L’architettura della Biblioteca Centrale di Seattle
Al primo sguardo, ciò che colpisce è la semplicità dell’edificio che traspare dalla forma esterna. Ossia un enorme solido multi-sfaccettato, realizzato con vetro e acciaio, che occupa l’intero isolato nel centro di Seattle. Una forma irregolare in netto contrasto con ciò che circonda la biblioteca e per questo cattura subito l’attenzione di chi la guarda anche da lontano. Un design innovativo, frutto dell’innovazione e della genialità di Koolhaas, che si sposa con l’esigenza di rispettare le ordinanze comunali e le funzioni interne dell’edificio. Una scelta stilistica, che come nella maggior parte dei casi ha incontrato sia:
apprezzamenti per il corretto gioco di luci naturali e artificiali che in alcune ore del giorno trasformano l’edificio in un diamante che brilla di luce propria;
critiche per chi vede nella struttura in acciaio e vetro una gabbia dalla quale scappare.
L’edificio si compone di undici piani, escluso il livello adibito a parcheggio. Una vera e propria torre del sapere, centro dell’informazione e della cultura: non più come abbiamo sottolineato all’inizio una semplice raccolta di documenti informativi, ma una mediateca (incontro tra media e biblioteca) dove la comunicazione digitale incontra la cultura e la diffonde attraverso canali dall’infinita memoria e potenza. La biblioteca non viene più vista come un luogo noioso, nel quale recarsi esclusivamente per consultare un libro, ma come un posto magico, una dimensione sospesa tra la cultura e il divertimento, tra il sapere e il vivere un’esperienza esclusiva. Ed è per questo che l’edificio abbandona i dettami classici e punta sull’innovazione e sulla tecnologia. Anche l’utilizzo dei colori rompe con la tradizione. Non più le tonalità di grigio associate alla città di Seattle bensì una scelta cromatica forte che prevede:
il rosso dei pavimenti, delle pareti e dei soffitti della Red Room;
il giallo delle scale mobili e degli ascensori;
il rosa dell’area bambini;
i motivi floreali che si ripresentano in diverse aree della biblioteca.
Flessibilità degli spazi per un’opera fuori dagli schemi
Non più piani identici, non più zone predefinite e interscambiabili. Basti pensare che l’auditorium, oltre alla sua funzione ben definita, è una sorta di collegamento tra un’area e all’altra. Uno spazio fluido che si sviluppa su cinque piattaforme sovrapposte, all’interno delle quali viene garantita la massima flessibilità. Nel settore inferiore della biblioteca troviamo:
parcheggi;
locali tecnici;
depositi librari;
auditorium;
area per ragazzi.
Il settore superiore invece è articolato in “spaces in between” e “piattaforme”, dove nelle prime rientrano le sale riunioni (Meeting Room), gli uffici (Headquarters) e i magazzini per i libri (Book Spiral) mentre nelle seconde abbiamo le aree di aggregazione e lettura destinate agli utenti, che andremo di seguito ad approfondire.
Living Room
Immagina di avere un enorme spazio a tua completa disposizione, con una vista sulla 5th Avenue, nel quale poterti concedere momenti di puro relax e benessere. Leggere un libro in buona compagnia, incontrare dei colleghi per lavoro, navigare tranquillamente sul proprio pc dinanzi ad una tazza di buon caffè. Ecco tutto ciò è possibile nella Living Room: ritroverai la stessa intimità di quando sei nella tua zona soggiorno. La Living Room è il cuore della biblioteca, l’anima, l’identità che caratterizza un edificio diverso dagli altri, concepito come spazio di condivisione e di socializzazione, lì dove la cultura e il sapere si uniscono al divertimento e al benessere.
Mixing Chamber e Book Spiral
Il punto di connessione tra la tradizione e l’innovazione, tra i vecchi sistemi di lettura e i new media. Un approccio rivoluzionario che vede l’unione delle raccolte fisiche a quelle virtuali, all’interazione tra bibliotecari e utenti il cui fine è promuovere la cultura e il sapere. Una spirale, un vortice di informazioni che travolge l’utente e lo spinge a voler conoscere sempre di più ciò che lo circonda. Da qui il nome Book Spiral, l’elemento più innovativo del programma architettonico della biblioteca. Una spirale che unisce gli elementi funzionali dell’edificio e si conclude nella Reading Room.
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