Quella che ora è tra le mete turistiche più apprezzate e gettonate prima non era che un semplice villaggio della Valle di Vals dei Grigioni, conosciuto dai propri abitanti per le acque termali. Era il 1983 quando la municipalità decise di rilevare un complesso alberghiero della zona, eretto negli anni 60, e avviare un progetto di rivalutazione per contrastare la crisi economica e la scarsa affluenza di visitatori. L’obiettivo era appunto quello di valorizzare una risorsa naturale dalla potenza infinita, e chi meglio di Peter Zumthor poteva riuscirci?
Il progetto delle terme di Vals: il potere della Natura
Seguendo la logica del Less is More, Zumthor parte da tutto ciò che la zona gli offriva, da tutti i materiali naturali con i quali poter realizzare il suo progetto. Per la costruzione infatti vengono adoperati:
- lo gneiss di Vals, la pietra locale proveniente dalle cave vicine di colore grigio con venature e sfumature magiche dal bianco al grigioverde;
- la quarzite locale;
- l’acqua del luogo;
- la luce del sole che accompagna l’opera e la illumina in ogni momento della giornata donandole la bellezza che merita.
Come ha dichiarato lo stesso Zumthor l’opera è “un grande volume in pietra, coperto di erba, incastonato nella montagna con cui forma un tutt’uno; un oggetto solitario che si oppone all’integrazione con le strutture esistenti, per lasciare emergere ciò che, in relazione al tema, appariva più importante: esprimere un intenso rapporto con l’energia primigenia e la geologia del paesaggio montuoso, con la sua imponente topografia”.
La natura unica protagonista delle Terme di Vals
Ed è per questo che tanti considerano le terme di Vals un capolavoro di architettura nascosto tra le montagne svizzere: lì dove i materiali naturali diventano strumenti preziosi nelle mani di una personalità geniale che sfrutta ciò che la natura gli offre e valorizza ogni cosa che tocca. Pietra e acqua, roccia e luce vibrano sulla stessa frequenza, un unico grande connubio di sensazioni ed emozioni per un’esperienza completamente stravolgente.
“A partire dal XX secolo fare architettura è una vera e propria arte, in quanto, in modo simile alla pittura, crea l’esigenza di vedere in modo diverso le cose, di sviluppare potenziale critico”. Ed è così che da ciò che è nascosto allo sguardo di tanti nasce una tra le meraviglie naturali internazionali.