Come anticipato nel precedente articolo, oggi ti guideremo nella scoperta della spettacolare Villa Mairea, la residenza privata progettata da Hugo Alvar Henrik Alto a Noormarkku, in Finlandia.

Si tratta di una delle massime espressioni del rapporto simbiotico tra costruzione, uomo e natura, un punto di riferimento per tutti gli architetti e lo sviluppo della disciplina. 

Villa Mairea: la nascita di un capolavoro “fatto con amore”

Vista dell'esterno di Villa Mairea di Alvar AaltoVilla Mairea lascia trasparire, in tutta la sua essenza, quel desiderio archetipico dell’uomo di esistere in armonia con ciò che lo circonda, la necessità primigenia di sentirsi parte del tutto. La sua realizzazione risale al 1939 e segna, sin da subito, un carattere meno categorico rispetto alle derive del Movimento Moderno, rivisitato in chiave nordica

La residenza, un vero e proprio punto di rottura con il funzionalismo dottrinale, venne concepita per una coppia di diretti amici di Aalto: Harry e Maire Gullichsen. Proprio in onore della donna viene scelto il nome dell’abitazione. Per questo ambizioso progetto, di una casa allineata in asse nord-sud, in aperta pineta, i committenti decisero di lasciare carta bianca all’artista, persino alla voce “budget”.

Quello che si percepisce, osservando la dimora, è l’ispirazione da cui parte l’idea, ossia la  casa sulla cascata di Wright, edificata negli stessi anni. Il fine ultimo di Alvar era far percepire l’amore con cui aveva disegnato l’opera, per questo il lavoro venne modificato più e più volte, fino ad aderire completamente alle ambizioni dell’architetto, nonché ai desideri dei suoi amici.

Una struttura organica e polimaterica

Vista del giardino di Villa Mairea di Alvar AaltoIl punto di forza di Villa Mairea consiste nell’aver dato vita a un incastro perfetto tra la struttura e la rigogliosa natura circostante. Il prospetto si snoda in due corpi ad L, che si mescolano su pianta ortogonale, definendo due corti semiprivate, da due piani ciascuna.

Per favorire questa profonda integrazione con il contesto, Aalto utilizza sapientemente tecniche e materiali costitutivi, studiati per predisporre l’individuo da un punto di vista emotivo e restituirgli l’idea dell’intimità domestica. 

La dimora diviene, dunque, un’esplosione polimaterica dove troviamo varie sperimentazioni materiche come l’uso della pietra, laterizio, maiolica azzurra e il legno, tanto caro all’artista. Ogni pezzo viene opportunamente trattato e distribuito, per deliziare la vista e l’abitabilità.

La struttura squadrata è subordinata al paesaggio circostante, difatti sembra dissolversi in un gioco di ondeggiature non appena tocca la foresta.

L’impianto tecnico

Vista dell'interno al primo piano di Villa Mairea di Alaìvar AaltoL’esibizione stilistica di Alvar Aalto si respira nei tecnicismi adottati in Villa Mairea. L’ingresso è collocato al sud e ha un dislivello rispetto alla collina, segnalato da quattro gradini. Una pensilina, in tronchi d’albero e rattan, accompagna l’abbraccio tra interno ed esterno.

Interessante anche la planimetria settentrionale, dove troviamo la sauna, un elemento propriamente indicativo dello spirito del tempo, dato l’interesse dell’epoca per il bagno di vapore finlandese. Questa piccola struttura, ricoperta da un manto erboso, ha la vista su una piscina dai contorni frastagliati, che ricorda un laghetto di montagna, e si innesta perfettamente tra gli alberi.

Lo spazio esterno ha una pianta aperta, da dove si può ammirare la copertura piana della casa, una variabile insolita per le dimore di quella nazione. La colonna vertebrale dell’edificio, invece, è in pilastri d’acciaio e legno: uno stratagemma per evitare le limitazioni imposte dalle pareti portanti in muratura. L’impianto dei sostegni è a maglia per favorirne la resistenza.

Ogni linea della dimora viene addolcita per amplificare la sensazione di fluidità e rendere meno artificioso l’impatto dell’uomo sulla natura. Ciò è reso possibile grazie alla presenza di numerose piante rampicanti, quasi fosse un canneto ricoperto di foglie.

Splendida l’apoteosi dell’impianto illuminotecnico. Le finestre sulla facciata provvedono a favorire l’aeroilluminazione, rendendo perfetto l’equilibrio tra luce naturale e artificiale.

Interni sociali per superare il razionalismo teorico

Vista del salone interno di Villa Mairea di Alvar AaltoLa collocazione spaziale degli interni di Villa Mairea è una presa di posizione contro la razionalità rigorosa, imposta dal Movimento Moderno.

I due piani della dimora sono una perfetta sintesi tra scena e retroscena, dove il primo piano viene destinato alla socialità più calorosa, mentre quello superiore alla vita intima e strettamente privata dei suoi abitanti. 

L’ingresso conduce all’ampio soggiorno, il vero punto focale di questa casa. Si tratta di un ambiente di snodo tra il piano superiore e l’esterno, dove spicca il grazioso caminetto finlandese. Questo è collocato in un punto leggermente più appartato e sopraelevato rispetto al resto, una sorta di veranda finestrata.

Il piano terra valorizza l’uso pubblico senza creare gerarchie tra gli spazi, agevolando la versatilità del tutto. Qui troviamo in sequenza, dopo il salone, la sala da pranzo rettangolare, la biblioteca, lo studio, la cucina, zona servizi e uno spazio più aperto a ovest.

L’esigenza di ripartizione formale, invece, si manifesta al secondo piano in cui abbiamo un’organizzazione spaziale più rigida, sempre con un occhio di riguardo al contatto con l’esterno. Qui sono situate la stanza dei giochi dei bimbi, le varie stanze per gli ospiti e stanza padronale, tutte impreziosite dalle “bow windows”, ossia finestre orientate a est e ovest.

La vera chicca decorativa, però, rimane la scala per accedere a questo livello: un connubio perfetto tra estetica e funzionalità, con gli ovvi richiami naturalistici. Questa è rifinita in moquette grigia e presenta travi tonde volte ad amplificarne la verticalità. I disegni sulla sua superficie ne evidenziano il gioco tra simmetria e irregolarità.

Si rivela, in conclusione, un progetto incredibilmente avanguardista per quell’epoca dove, l’attenzione smodata al green e all’impatto ambientale, la rende un vero esempio per gli architetti dei giorni nostri