Villa Savoye è senza alcun dubbio una delle opere più importanti, realizzate dall’architetto Le Corbusier. Inserita tra i patrimoni dell’Unesco, viene considerata il manifesto dei “Cinque punti” della nuova architettura: grazie a tale costruzione, infatti, l’architetto ha avuto l’occasione più adatta per mettere in pratica le sue idee rivoluzionarie, che avrebbero segnato un punto di rottura decisivo col passato.
Villa Savoye: come nasce e dove si trova
Villa Savoye è una villa modernista, sita a Poissy, piccola città sulla riva della Senna. Nel 1928, fu commissionata a Le Corbusier da Pierre Savoye, broker assicurativo, socio del gruppo Gras-Savoye. Inizialmente l’intento era quello di progettare una residenza, nella quale Pierre e la sua famiglia potessero trascorrere i fine settimana. La costruzione iniziò nel 1929 e si completò due anni dopo.
Durante la seconda guerra mondiale, i nazisti si impossessarono della casa e la utilizzarono come deposito. In questo periodo, l’abitazione subì numerosi danni. Nel 1958, la città di Poissy espropriò gli otto ettari di terreno appartenenti alla famiglia Savoye, per costruire un liceo. Le Corbusier e altri architetti dovettero intervenire affinché fosse impedita la demolizione della villa. Soltanto nel 1965, l’abitazione venne inserita nella lista dei monumenti storici francesi per la sua valenza architettonica.
La villa è stata completamente rinnovata tra il 1985 e il 1997, sotto la supervisione del Centro dei Monumenti Nazionali.
Villa Savoye: i cinque punti dell’architettura
Immersa nella natura, tra piante e frutteti, la Villa è probabilmente l’edificio più noto di Le Corbusier, se teniamo conto dell’enorme influenza sul modernismo internazionale.
Non troviamo decorazioni, né inutili artefatti: la semplicità è il principio adottato nell’intera progettazione dell’edificio.
La struttura è interamente progettata seguendo i cinque principi elaborati dall’architetto. Infatti, la maglia strutturale di base rettangolare è formata dai pilastri, sui quali sorge l’intero edificio, che viene sollevato dal suolo e rende libero il passaggio sottostante. I pilastri separano dunque la struttura dalla discesa verde (ricordiamo che la villa si trova nei pressi della foresta di Saint German). Grazie all’utilizzo dei pilastri, l’architetto evidenzia il rapporto idilliaco tra la natura e l’uomo, tra ciò che è naturale e artificiale. La geometria dell’uomo viene correlata con quella della natura, in un legame indelebile.
La presenza invece della pianta libera permette all’architetto di avere piena libertà compositiva. L’assenza delle parete portanti consentono la libera disposizione dei muri divisori in qualsiasi punto dell’ambiente. Anche la facciata libera non ha più funzione portante ma, oltre a un elevato gusto estetico, consente all’illuminazione di inondare ogni singolo angolo dell’abitazione, garantita anche grazie all’utilizzo delle finestre a nastro (utili per un’efficace ventilazione degli ambienti).
Infine, la struttura presenta l’ultimo dei cinque punti ideati dall’architetto, ossia il tetto giardino, che rafforza la presenza della Natura all’interno del progetto.
Villa Savoye: le caratteristiche della struttura
Piano Terra
Al piano terra, come abbiamo sottolineato, la pianta è composta da una maglia quadrata, costituita da pilastri, posizionati in maniera equidistante tra di loro. Flessibilità e leggerezza sono le caratteristiche che subito risaltano agli occhi: basta pensare alla membrana curvilinea del piano terra che rompe la rigidità della parete portante. Oltre alla membrana, un altro elemento essenziale è la rampa centrale, che spezza il primo piano in due parti (interna ed esterna) e crea un percorso verticale, che va connettere gli spazi.
Infine, sempre al piano terra, è da sottolineare l’importanza della scala a chiocciola, che parte dalla cantina e giunge fino al terrazzo, come una sorta di spirale elicoidale, che viene protetta da un parapetto, realizzato in cemento armato.
Primo Piano
Le Corbusier stesso, in uno dei suoi scritti, definì il primo piano come una sorta di scatola sospesa. E’ impossibile non notare la particolare divisione degli spazi. Ciò che è intimo (camere da letto e rispettivi servizi) viene separato da ciò che è pubblico (terrazzo e soggiorno) da una diagonale immaginaria, che ha il proprio centro nella rampa (elemento di fondamentale importanza nel progetto).
Secondo Piano o Terrazzo
Il coronamento del progetto si ha al piano superiore o terrazzo, che rappresenta la conclusione perfetta del percorso artistico e architettonico realizzato da Le Corbusier. Un iter che parte dal piano terra dove si trova il garage e arriva al solarium.
Oltre al solarium, protetto da una parte tagliavento (dalle stesse forme curvilinee del piano terra), il terrazzo presenta un giardino coltivabile.
In quest’opera, Le Corbusier manifesta il forte legame che esiste da sempre tra uomo e natura, in un’era particolare, ossia quella della macchina. Non a caso, all’ingresso vi si arriva tramite il veicolo: chi abita nella villa inizia una vera passeggiata architettonica, giudando immerso negli spazi verdi. Una volta arrivati dentro l’edificio, grazie alla rampa, si arriva al primo piano: qui il rapporto con la natura continua attraverso una visione costante del verde che circonda la villa (grazie all’utilizzo delle finestre a nastro).
Infine, il percorso si conclude sul tetto-giardino, dove la vegetazione fa da padrone. In questo modo, la natura circonda e avvolge da ogni lato l’intero edificio.