Il campo dell’edilizia, dal punto di vista normativo, è davvero sconfinato. Ogni intervento, infatti, risponde a una specifico ramo della legislazione vigente sul territorio italiano e, spesso, destreggiarsi tra tutte le procedure non è affatto semplice.

Nel focus di oggi ci concentreremo sulla tematica dell’edilizia scolastica per aiutarti a scoprire qualcosa in più sull’argomento, attenendoci alle leggi che ne regolano la pratica e le modalità di intervento.

Che cos’è l’edilizia scolastica?

Con la dicitura di “edilizia scolastica” si fa riferimento all’attività di costruzione di strutture destinate all’uso scolastico. A seguito delle disposizioni introdotte dalla cosiddetta “Riforma Gelmini”, gli interventi sugli edifici sono stati suddivisi per ordine di studio, nonché in base all’età degli studenti. Per tali motivazioni si effettuano distinzioni tra edilizia scolastica per l’infanzia, per la scuola primaria, e per la scuola superiore, sia essa di primo o di secondo grado. 

In particolare, non sono contemplate sotto le procedure dell’edilizia scolastica le strutture ospitanti asili nido, essendo intese non come organi atti a impartire un insegnamento ma come enti che erogano servizi di accudimento. 

Si può affermare, per questa ragione, che l’edilizia scolastica riguarda direttamente quelle attività che prevedono un coinvolgimento diretto dell’alunno.

Il reparto delle competenze in materia di edilizia scolastica

classe di una scuola con file di banchi davanti ad una lavagnaNell’articolo 117 della Costituzione italiana, ossia quello che concerne le attività normative disposte dagli enti regionali, l’edilizia scolastica non viene menzionata. Per tali ragioni, la legislazione in materia trova fondamento in altre disposizioni.

Prima tra tutte la legge n°23 dell’11 gennaio 1996 che definisce la fattispecie delle “norme per l’edilizia scolastica”. Si tratta di una serie di misure riguardanti la realizzazione di nuove strutture scolastiche, ma anche l’adeguamento o la riqualificazione del patrimonio esistente. 

La legge fa riferimento ai Comuni e alle Province come enti destinati alla gestione dell’insieme di edifici scolastici. Da tenere in considerazione, a tal proposito, anche la “normativa sui Lavori Pubblici” che dispone la verifica delle strutture portanti, da inserire in un “Piano di manutenzione dell’opera”. Questo serve per preservare nel tempo la funzionalità e l’efficienza di queste strutture.

Con il D.L.104/2013 (L. 128/2013), si è specificato, inoltre, che le regioni sono autorizzate a stipulare mutui con la Banca europea per gli investimenti nell’ambito del patrimonio scolastico.

La programmazione unica triennale

Per la prima volta in Italia, nel 2015, si è ritenuto opportuno ampliare il prospetto legislativo, al fine di definire meglio cosa fare nel campo e soprattutto chi è chiamato a farlo.

Nasce così la Programmazione Unica Triennale Nazionale degli interventi di edilizia scolastica è stata introdotta nell’ordinamento – con riferimento al triennio 2015-2017 – con il decreto interministeriale 23 gennaio 2015 (MEF-MIUR-MIT).

Questo è servito per definire tempi certi per la trasmissione dei piani regionali e per l’assegnazione delle risorse. Successivamente, il d.lgs. 65/2017 (art. 3, co. 4-8) è stato stabilito che dal 2018, sono ammessi nella Programmazione Unica Triennale Nazionale, anche gli interventi di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico, efficientamento energetico e riqualificazione di immobili di proprietà pubblica da destinare ai Poli per l’infanzia per l’accoglienza,  di più strutture di educazione e d’istruzione per bambini fino a 6 anni. 

La normativa MEF-MIUR-MIT sull’edilizia scolastica

Primo piano di un progetto di edilizia scolasticaLa realizzazione o la manutenzione di una scuola è un momento importante per l’intero tessuto sociale di una collettività. I progetti, infatti, hanno come fine quello di creare ambienti stimolanti e sicuri, per favorire l’apprendimento e la creatività dei nostri figli e di tutti i giovani che rappresenteranno il nostro futuro. La scuola è il luogo in cui gli alunni trascorrono gran parte della loro giornata, quindi deve essere costruito a misura di studente. 

La definizione di una nuova programmazione unica nazionale degli interventi in materia di edilizia scolastica per il triennio 2018-2020 è stata avviata il 3 gennaio 2018. Questa ha riguardato direttamente le regioni come Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto.

Queste regioni erano chiamate a comunicare al MIUR, entro il 2 agosto 2018,i piani regionali redatti sulla base delle richieste degli enti locali. Il MIUR doveva trasmettere i piani al MIT ed inserirli in un’unica programmazione nazionale (da attuare nei limiti delle risorse finanziarie disponibili), da predisporre entro 60 giorni dall’avvenuta trasmissione dei piani da parte delle regioni

Tutte le risorse per l’edilizia scolastica sono ripartite secondo i seguenti criteri: 

  • Numero studenti – 43%;
  • Numero edifici – 42%;
  • Zone sismiche – 10%; 
  • Affollamento delle strutture – 5%. 

Inoltre, l’Accordo ha previsto che le risorse gestite dal MIUR nel triennio 2018-2020 sono erogate direttamente agli enti locali e che ogni Regione deve far pervenire l’aggiornamento dei piani relativi all’anno in corso, per vagliare l’andamento della situazione.

Tipologie di interventi previsti dalla normativa

Dopo averti spiegato in breve cosa definisce questa normativa, ti mostreremo quali sono le tipologie di intervento rese possibili da essa. 

  1. Il Piano d’emergenza

In primis spicca il Piano d’emergenza di una scuola. Questo è costituito da una parte generale e tre sottocategorie, relative al: 

 

  • Piano di prevenzione incendi e lotta antincendio;
  • Piano d’evacuazione;
  • Piano di primo soccorso. 

 

Questa composizione serve per evidenziare tutte le tipologie di intervento edilizio, che vanno effettuate al fine di evitare tutti gli scenari più gravi che possono accadere e fornire un piano d’azione generico per cercare di gestirli.

Gran parte di queste procedure si differenziano a seconda che le emergenze abbiano origine all’interno o all’esterno della scuola. Il piano dovrà essere rivisto ogni qualvolta vengono introdotte nuovi interventi di carattere strutturale e/o planimetrico. Le più importanti sono:

  • rendere accessibili facilmente i parcheggi che i percorsi di accesso all’edificio. E’ necessario, dunque, rimuovere le barriere architettoniche poiché, tutte le strutture, sia private che pubbliche, devono avere almeno un percorso esterno collegato con lo spazio pubblico. Rientrano in questa norma anche i posti auto riservati e la piena accessibilità dello spazio per chi presenta delle disabilità;
  • introdurre, in ogni ala della scuola, bagni a norma per disabili,che devono essere facilmente raggiungibili dai soggetti interessati;
  • bisogna rispettare con rigoroso impegno la normativa antisismica;
  • i pavimenti devono essere composti da materiali che riescano a impedire lo scivolamento, soprattutto quando essi sono bagnati;
  • i parapetti delle aperture verso l’esterno devono essere siti a un’altezza che superi quella minima imposta dalla legge;
  • gli infissi devono presentare vetri antisfondamento per evitare qualsiasi ipotesi di caduta accidentale;
  • deve essere presente, in ogni edificio, un sistema di allarme per segnalare agli utenti un pericolo imminente;
  • l’impianto elettrico deve essere realizzato e posizionato secondo i termini previsti dalla legge. Questo deve essere protetto dagli agenti atmosferici, tramite gli appositi scaricatori di sovratensione. Tutto deve essere regolato da un unico interruttore generale, che permetta di eliminare la tensione in caso di danni all’impianto o di pericoli;
  • non devono mai mancare rete idranti, estintori e impianti di rilevazione e estinzioni degli incendi. 

A tal proposito, uno dei criteri più importanti, è la resistenza al fuoco sia dell’edificio che dei materiali, garantendo le vie di fuga, che devono essere adeguatamente segnalate.  

Nelle norme per la sicurezza c’è anche il criterio della “funzionalità urbanistica”. Questa fa riferimento alle aule, i laboratori e gli spazi di condivisione, che devono essere fruibili agevolmente, con una particolare attenzione per gli arredi.

2. Il Piano di efficientamento energetico

Operatori intenti nei lavori di ristrutturazione di un aula scolastica La Legge di bilancio 2020, tra le varie novità, ha introdotto anche un Piano di efficientamento energetico. Tramite il decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca è stato creato un programma  nazionale per migliorare e implementare la classe energetica degli edifici ad uso scolastico.

Questi devono essere individuati anche in base a criteri che prevedono, di base, già l’idoneità strutturale. Al vaglio ci sono argomenti come il consumo energetico, la stima del risparmio energetico e la riduzione dei costi di gestione per gli enti locali proprietari o gestori.

Per i costi, pari ad € 40 mln, si provvede utilizzando delle risorse provenienti dal Fondo infrastrutture assegnate al MIUR. L’attuazione avviene con il supporto della Banca europea degli investimenti, anche attraverso la costituzione di Energy Service Company (ESCo). 

3. Il Piano straordinario per le verifiche sui solai e sui controsoffitti

Non mancano i fondi per finanziare anche il Piano straordinario per le verifiche sui solai e sui controsoffitti degli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico.

Questi introiti serviranno a realizzare tutti interventi urgenti necessari a seguito delle verifiche sui solai e sui controsoffitti. La sicurezza e l’incolumità degli studenti, dunque, risultano la priorità di questo progetto per l’adeguamento dell’edilizia scolastica alle più moderne soluzioni nel campo edile.

Tra le opere già realizzate con il governo Renzi, ricordiamo tutti gli interventi per eliminare definitivamente l’amianto, da tutte le strutture che lo presentavano, a seguito di un importante censimento su tutto il territorio nazionale

All’interno del piano generale ci sono anche le modifiche inerenti all’adeguamento antisismico, in particolare per le zone devastate dai terremoti e in quelle ad alto rischio, in caso di movimenti tellurici naturali.

Organo di controllo: l’Osservatorio per l’edilizia scolastica

Porta di emergenza di una scola vista dall'interno che affaccia sul giardino scolasticoPer rendere agevole e puntuale qualsiasi apporto, in termini di lavori edili, all’edilizia scolastica, con la legge n° 23 del 1996 è stato istituito l’Osservatorio per l’edilizia scolastica.

Si tratta di una sorta di organo garante e di controllo per promuovere e supportare gli interventi di edilizia scolastica. All’Osservatorio spetta tutta la parte che riguarda l’indirizzo, la programmazione degli interventi e la diffusione della cultura di sicurezza. 

Attualmente questo organo è coordinato dal Miur e da una commissione speciale, alla quale partecipano rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, dell’Anci, dell’Upi e delle singole Regioni.

Della Struttura tecnica dell’Osservatorio, invece, fanno parte i ministeri e i rappresentanti di enti locali e territoriali che si occupano di elaborare le norme tecniche e controllare la corrispondenza tra gli interventi segnalati nei piani regionali, con quelle contenute nell’Anagrafe dell’edilizia scolastica.

Con l’Accordo Quadro raggiunto in sede di Conferenza unificata il 6 settembre 2018, le Parti hanno riconosciuto alla Struttura tecnica dell’Osservatorio il coordinamento e il monitoraggio delle azioni e degli impegni previsti nello stesso Accordo.

L’anagrafe dell’edilizia scolastica

Un altro organo di vitale importanza è l’Anagrafe dell’edilizia scolastica. Il MIUR, infatti, ha garantito l’accesso e la riutilizzabilità dei dati del Sistema nazionale di istruzione e formazione pubblicando in formato aperto. 

Il Sistema Anagrafe prevede due componenti: una centrale ( SNAES ), che garantisce al MIUR le conoscenze necessarie per lo svolgimento delle funzioni di indirizzo, pianificazione e controllo, e un’altra, distribuita in “nodi regionali” (ARES), che assicura la programmazione, a livello regionale, del patrimonio edilizio e la gestione del medesimo su base provinciale, comunale e di singola unità scolastica.

L’8 ottobre 2019 è stato presentato il nuovo portale dell’Anagrafe e sono stati illustrati i primi risultati della mappatura satellitare delle scuole in collaborazione con ASI, CNR e INFN. Nell’ultimo rilevamento del 6 dicembre 2019 è emerso che in Italia c’era un patrimonio edilizio scolastico composto da 40.160 edifici attivi che fanno capo agli enti locali. 

Prima dell’istituzione di questo organo non esisteva alcun progetto che permettesse di avere una mappatura chiara e dettagliata delle condizioni dell’edilizia scolastica.