Frank Lloyd Wright viene ricordato come una delle personalità più influenti e controverse nel panorama dell’architettura statunitense. Architetto, teorico di architettura e urbanista, è considerato uno dei cinque maestri, insieme a Le Corbusier, Walter Gropius, Ludwig Mies van der Rohe e Alvar Aalto, del Movimento Moderno in Architettura.
Dal 7 Luglio 2019, otto degli edifici da lui progettati sono stati ufficialmente eletti Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO – World Heritage List.
Chi è Frank Lloyd Wright: biografia e studi
Secondo alcuni critici il ruolo degli Spielgabe (giochi fatti di solidi primitivi assemblabili a proprio piacimento), elementi cardine in questo tipo di educazione, avrebbe influito positivamente sul suo immaginario figurativo.
Iscritto come studente esterno ai corsi della facoltà di Ingegneria del Wisconsin (che abbandonò successivamente), iniziò un percorso da apprendista in due importanti studi: inizialmente, quello di J. L. Silsbee; poi, l’ufficio a Chicago di Dankmar Adler e Louis Henry Sullivan, dove rimase per sei anni (dal 1887 al 1893).
Nel 1893 Wright aprì il proprio studio nello Schiller Theater Building (una delle architetture più note di Adler e Sullivan). Al di fuori degli Stati Uniti, la sua opera fu conosciuta con l’attività a Tokyo, in cui situò un nuovo studio, e in Europa dove raggiunse la fama grazie ad una mostra monografica dedicatagli a Berlino.
Nel 1958 Wright pubblicò il suo ultimo scritto: “The Living City”, prima di morire il 9 aprile 1959, a Phoenix, Arizona.
Frank Lloyd Wright: tra pionierismo ed architettura organica
Nei sei anni di apprendistato, si avvicinò all’ideologia individualistica del “pionierismo” statunitense, ispirandosi a principi morali come l’unità familiare e il legame con la tradizione locale.
La sua idea di architettura venne traslata nel concetto di “architettura organica” di cui Wright divenne esponente massimo. Questa si basa sul rifiuto della mera ricerca estetica per creare un ambiente in equilibrio, dove uomo e natura sono un unico interconnesso organismo, un unico spazio architettonico.
Wright e la sua idea di struttura
La carriera di Wright è stata caratterizzata dalle sue idee rivoluzionarie sulle strutture abitative. In particolare, ricordiamo le tre principali tipologie che hanno contribuito a crearne il mito.
Le praire houses
Sono il simbolo della prima fase delle architetture di Frank Lloyd Wright, sotto l’insegna del pionierismo. Le case della prateria erano destinate a diventare quartieri residenziali periferici e autosufficienti, con l’avvento della rete metropolitana e ferroviaria;
Le abitazioni usoniane
Le abitazioni “usoniane” (termine che deriva da USA), rappresentano una nuova concettualità dello spazio abitativo: edilizia comunitaria per famiglie borghesi, dove ogni abitazione era molto funzionale;
Il Textile Block Houses
Un’altra tipologia di abitazione, a cui lavorò in seguito, fu il “Textile Block Houses”. Erano ville, realizzate con un particolare sistema, brevettato dall’architetto, ispirato alle modalità con cui le macchine moderne tessono le stoffe.
Le cinque opere più importanti di Frank Lloyd Wright
Frank Lloyd Wright è entrato nella storia mondiale per aver incarnato perfettamente lo spirito degli Stati Uniti. Di seguito ti mostreremo le opere più spettacolari di questo visionario architetto.
Robie House – 1906
Progettato come due grandi rettangoli che creano l’illusione di uno scivolamento dell’uno sull’altro, la residenza ha coraggiosamente stabilito una nuova forma di design domestico: lo stile Prairie.
Il forte radicamento al suolo, la composizione in prospetti e sezioni, enfatizza l’andamento
prevalentemente orizzontale, a discapito della verticalità. Protagonista della struttura è un drammatico tetto a sbalzo che crea privacy e collega perfettamente l’interno e l’esterno.
All’interno, troviamo un grande open-space al centro del quale è posizionato un focolare. Spicca in tutti gli ambienti una meticolosa attenzione al dettaglio, persino nella scelta degli accessori, che la rendono una vera opera d’arte. L’influenza della Robie House sull’architettura americana, pertanto, fu immediata.
La dimora venne concepita per ospitare il ventottenne Frederick Robie, che fu costretto a venderla dopo soli 14 mesi a causa di problemi finanziari. La casa ha rischiato la demolizione nel 1957, ma attualmente viene preservata e testimonia un importante esempio di architettura pionieristica.
Hollyhock House – 1921
Questo elegante edificio è situato a Los Angeles. La sua importanza deriva dal fatto di essere un’imponente testimonianza del cambiamento di stile dell’architetto. Wright, con Hollyhock House segnò il passaggio dalla Prairie Houses, allo stile più monumentale della Tessile Block Houses.
L’abitazione venne concepita per adempiere la funzione di residenza per le arti, su commissione di Aline Barnsdall, una ricchissima ereditiera americana, figlia di un petroliere.
Il nome Hollyhock (malvarosa), infatti, pare fosse il fiore preferito della padrona di casa, che divenne anche un potente richiamo stilistico nei principali motivi astratti decorativi.
La struttura, invece, fu completamente ispirata dal nuovo interesse per le costruzioni delle antiche popolazioni Maya. L’architetto dichiarò di averla costruita quasi tutta per telegrafo, ossia di averne diretto i lavori a distanza. In quel periodo, infatti, si trovava a Tokyo per realizzare l’Imperial Hotel.
Kentuk Knob – 1954
Questa dimora è appartenente alla serie delle abitazioni usoniane. Si tratta di ville in grado di essere autosufficienti perché, la dimensione del lotto, consente di ricavare orti in grado di sostentare i cittadini. Non a caso, questa tipologia di abitazione venne concepita subito dopo la grande depressione americana.
L’edificio si trova nelle Laurel Highlands della Pennsylvania occidentale, e ha una forma a mezzaluna. E’ incastonata sul lato della collina più consono a catturare la luce solare durante il giorno.
La struttura è predisposta per favorire la circolazione dell’aria. I materiali utilizzati sono: arenaria nativa, cipresso rosso di marea e tetto a padiglione in rame, congeniali a mimetizzarsi nella natura.
Solomon R. Guggenheim Museum – 1956
Il suo aspetto, infatti, somiglia ad un nastro bianco avvolto attorno ad un cilindro, che si allarga sulla sommità dell’edificio. All’interno, i dipinti sono disposti lungo una spirale, e in alcune sale ad essa collegate, che dal piano terra arriva fino in cima.
Wright denominò la spirale Taruggiz (ziggurat al contrario). Essa ricorda la Torre di Babele rovesciata (che era appunto uno ziggurat), di cui ne richiama il valore simbolico: riunire i popoli attraverso la cultura, al contrario di ciò che accadde nella nota vicenda biblica della Torre di Babele.
Il Guggenheim ha liberato l’architettura museale dai suoi limiti conservativi, plasmando un modo inedito di guardare l’arte. Nel 2019 ha celebrato i 60 anni dalla sua apertura al pubblico e, dal 07 Luglio dello stesso anno è patrimonio dell’umanità.
La casa sulla cascata o Fallingwater – 1935
Fallingwater è l’esempio più pragmatico e lampante di ciò che Wright definiva “architettura organica”.
Considerata la rilevanza mondiale di questa abitazione fuori dal comune, andremo ad analizzarne tutte le caratteristiche nel prossimo articolo dedicato.