Il Centre Georges Pompidou, insieme al Louvre, è il sito espositivo più importante di Parigi. Si inserisce nel tessuto parigino con maestria e grazia, divenendo in pochi anni dalla sua realizzazione un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono assaporare la poesia dell’arte moderna e contemporanea europea. Un vero e proprio universo espositivo che si rinnova continuamente in un flusso di oltre centomila opere, palcoscenico di arte e cultura, tra mostre e esposizioni internazionali. 

La storia del Centre Pompidou

Centro Georges Pompidou, Parigi

Courtesy RPBW | ph. Gianni Berengo Gardin

Il Centre Pompidou, noto a tutti come Beaubourg (nome del quartiere in cui è stato costruito), nasce dall’idea dell’allora presidente della Repubblica francese Georges Pompidou. La volontà del presidente era quella di creare una vera e propria istituzione per l’intera Nazione, un’identità culturale che accogliesse al suo interno ogni forma di arte. Attività musicali, cinematografiche, librarie etc.: oltrepassare così il concetto tradizionale di “museo” canonico dedicato solo alla fruizione di opere ma abbracciare a 360 gradi ogni espressione d’arte.

In questo modo, si abbandonava l’idea che i musei potessero essere frequentati soltanto da un cerchio ristretto di persone, dall’elité, ma si consentiva la fruizione dell’arte ad un target più ampio. L’idea era quella di educare le persone ai nuovi linguaggi artistici, proprio come quando da piccoli ci insegnavano a leggere e scrivere. Venne così indetto un concorso nel 1971, al quale parteciparono i progettisti, risultati poi vincitori, Renzo Piano, Gianfranco Franchini e Richard Rogers. 

Il progetto di Piano, Franchini e Rogers per il Centre Pompidou

Centro Georges Pompidou, Parigi

Courtesy RPBW | ph. Michel Denancé

Il bando istituito dal Ministero degli Affari Culturali richiedeva l’ideazione e la realizzazione di “un centro culturale ad uso misto”: i tre architetti dimostrarono sin da subito di avere le idee chiare su quello che era il progetto, basato sulla costruzione di un “centro vivo di cultura e di intrattenimento”.

Il loro progetto era basato su punti specifici:

  1. Il museo non andava più visto come contenitore di opere d’arte e collezioni ma come luogo di attraversamento e di sosta, ricco di stimoli e percorsi condivisi integrati alla realtà quotidiana; 
  2. La cultura non doveva essere più elitaria ma estesa ad un raggio più ampio di persone, le quali andavano informate, istruite sui nuovi linguaggi artistici; 
  3. L’apertura culturale doveva essere comunicata attraverso la flessibilità dell’architettura dello stesso museo. 


L’innovazione e la creatività alla base della proposta permisero ai tre architetti di sbaragliare la concorrenza, proveniente da tutte le parti del mondo (ben 681 concorrenti da 49 paesi diversi). A selezionare il progetto dei tre architetti, la giuria internazionale presieduta dall’ingegnere Jean Prouvé. Inaugurato il 31 gennaio 1977, il centro è divenuto in poco tempo uno degli edifici più importanti della Francia: il simbolo di una nuova identità culturale, un’icona per l’intera Nazione e non solo

L’architettura del Centre Pompidou

Centro Georges Pompidou, Parigi

Courtesy RPBW | ph. Michel Denancé

Un vero e proprio diagramma spaziale in evoluzione: è questa l’idea, l’essenza del progetto realizzato dagli architetti vincitori del bando. Il Centre Pompidou presenta un’architettura unica ed esclusiva sulla scena internazionale, prototipo di una nuova generazione culturale.

Lo spazio viene liberato grazie ai grandi vassoi interni, dedicati interamente alle opere e alle attività. Come si legge dal sito ufficiale del Centro, la superficie di ben 7500 metri quadri è libera da ogni struttura portante e il layout è flessibile e modificabile, in base alle diverse funzionalità.

Un edificio precursore negli anni 70, realizzato in buona parte da acciaio e vetro, erede delle grandi architetture in ferro dell’età industriale.

La facciata del Centre Pompidou cattura l’attenzione dei turisti e dei passanti al primo sguardo: la fortissima presenza di colore è ciò che la caratterizza visivamente. La scelta di utilizzare quattro colori forti, quali il rosso, il blu, il giallo e il verde, per animare la facciata e vestire la sua struttura risulta essere vincente. Ovviamente per ogni colore vi è un codice definito dagli architetti, ossia: 

  • verde per la circolazione dell’acqua; 
  • rosso per la viabilità delle persone (scale mobili e ascensori);
  • giallo per circolazione elettrica;
  • blu per la circolazione dell’aria condizionata.

Il Centre Pompidou in numeri e cifre: ecco i dati

Centro Georges Pompidou, Parigi

Centre Pompidou, Parigi (Courtesy RPBW | ph. Michel Denancé)

L’edificio del Centre Pompidou si estende, come abbiamo detto, su una superficie di 7.500 m2, costituito da 10 livelli. Il museo nazionale di Arte Moderna occupa con le sue collezioni 12.210 m2 mentre le mostre temporanee hanno uno spazio dedicato di 5.900 m2. All’interno del centro, ritroviamo: 

  • un auditorium di 384 posti; 
  • una sala conferenze di 158 posti; 
  • due cinema rispettivamente di 315 e 144 posti. 

Tra arte e innovazione: la magia del Centre Pompidou

La forza di questo centro artistico sta proprio nella sua innovazione. La volontà di rompere gli schemi, andare oltre i confini prestabiliti proponendo una nuova visione della cultura. Non più elitaria, non più destinata ai pochi prescelti, ma fornire la possibilità a tutti di comprenderne l’essenza. La potenza dell’acciaio e del ferro, la magia e la bellezza dei colori, l’armonia e la libertà dell’architettura destrutturalizzata rendono tale opera unica agli occhi di chi la guarda e vive con essa un’esperienza sensoriale esclusiva.

 

 

Si ringrazia per le immagini il “Renzo Piano Building Workshop”