Ludwig Mies van der Rohe è stato uno degli ideatori dell’estetica architettonica contemporanea. Architetto e designer tedesco, viene annoverato tra i cinque maestri del Movimento Moderno in Architettura, insieme a Le Corbusier, Frank Lloyd Wright, Walter Gropius e Alvar Aalto.

Grazie alla sua concezione della struttura profondamente filosofica e minimalista, le opere da lui realizzate sono state oggetto di importanti onorificenze come la Royal Gold Medal nel 1959, la Medaglia d’oro AIA nel 1960, la Medaglia presidenziale della libertà nel 1963, il Twenty-five Year Award per gli anni 1976, 1981, 1984.

Chi è Ludwig Mies van der Rohe: biografia e studi

Vista esterna dei Lake Shore Driving Buildings Apartments progettati da Ludwig Mies Van der Rohe

Lake Shore Driving Buildings Apartments, Chicago

Ludwig Mies van der Rohe, ultimo di cinque fratelli, nacque nel 1886 ad Aquisgrana, in Germania, con il nome di Maria Ludwig Michael Mies. Si appassionò all’arte di costruire sin da piccolo, aiutando il padre scalpellino a gestire la bottega di famiglia, specializzata in monumenti funerari.

Nel 1907 avvenne il suo incontro con l’alta architettura. Dopo aver frequentato l’accademia delle belle arti, infatti, arrivò al cospetto di Peter Behrens, uno dei migliori maestri del tempo e, nel suo studio, collaborò con Gropius e Le Corbusier.

Nel 1913 aprì la propria attività a Berlino, modificando il suo nome in Ludwig Mies van der Rohe, aggiungendo il cognome della madre, per rendere il suo appellativo più suggestivo agli occhi dei clienti di alto rango.

Gli anni Berlinesi furono un momento di profonda riflessione teorica, scrisse su riviste avanguardistiche e divenne direttore della Bauhaus, la scuola d’arte, design e architettura.

La sua consacrazione coincise con la partecipazione all’Expo 1929, come rappresentante della Germania. Successivamente, a causa dell’ascesa nazista, lasciò la Bauhaus e si trasferì a Chicago dove divenne preside della scuola di architettura Armour Institute of Technology (oggi Illinois Institute of Technology). Morì proprio a Chicago, dopo una carriera ricca di successi, il 17 agosto del 1969.

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Mies van der Rohe: tra strutture a croce e spirito del tempo

Mies van der Rohe è un uomo vissuto tra il vecchio e il nuovo mondo: l’Europa con il suo desiderio di cambiamento incarnato dalle avanguardie e la modernità americana esibita nei grattacieli.

Vista di uno dei Lake Shore Driving Buildings Apartments di Chicago

Lake Shore Driving Buildings Apartments, Chicago

L’influenza di questa condizione ha plasmato la sua idea di architettura come tecnica a servizio della propria epoca: deve trasmettere alle generazioni future lo spirito del tempo, senza seguire le mode.

Rivoluziona, così, il rapporto tra interno ed esterno degli edifici creando prima il pilastro a croce in acciaio, e poi il cosiddetto “curtain wall”, un sistema di facciata realizzato in lastre di vetro sostenute da telai d’acciaio.

La sua arte lontana dall’estro tipico dell’artista, fermamente schietta e decisa, è un modo per ricercare la verità e conoscere la realtà, “adeguando l’intelletto alle cose”.

Less is more: il potere del minimalismo formale

L’espressione massima del pensiero di Mies van der Rohe è racchiusa in una frase, oggi così nota da essere divenuta virale: “Less is more”.

Questo assunto riassume il concetto che il miglior esito, il di più (“more”), si ottiene aggiungendo il meno possibile (“less”) all’essenza delle cose. Si tratta di un minimalismo formale a cui si approda attraverso un accurato lavoro di sottrazione.

L’anima della costruzione architettonica, infatti, può emergere ed essere esaltata solo grazie a elementi improntati a rigore, parsimonia e coerenza. Ordine e razionalità sono punti fermi nelle sue strutture, una vera rivoluzione rispetto allo sfarzo ottocentesco, dove non si punta più sull’opulenza ma si predilige la semplicità.

Un esempio è la tipologia dell’edificio ad aula: un luogo poliedrico senza barriere, pilastri o separazioni, affinché le persone possano svolgere attività differenti nel medesimo spazio.

Le cinque opere più importanti di Ludwig Mies van der Rohe

Le opere concepite da Ludwig Mies van der Rohe rappresentano una vera e propria rivoluzione nell’arte del costruire. Le sue strutture, infatti, vengono considerate il punto apicale nelle avanguardie del Movimento Moderno. Vediamo insieme le più celebri.

Lake Shore Driving Buildings Apartments – 1948

Questo complesso residenziale è una perfetta sintesi della concezione innovativa dell’artista sui grattacieli. Mies, infatti, li considerava strutture basate su tre elementi: illuminazione dall’interno, massa esterna e gioco di riflessi.

Sito sul lungolago di Chicago, una delle zone più prestigiose della città al tempo, le due torri identiche di cui il progetto si compone sono disposte ad angolo retto, mentre l’orientamento è determinato dal tracciato stradale urbano.

Per non ostruire la vista ai lotti in seconda fila, i due edifici vennero slittati di un modulo, in modo che non formassero perfettamente un volume chiuso ad L ma ci fosse uno svuotamento nell’angolo, con i lati più lunghi rivolti verso il lago.

Vista esterna del Seagram Builging di New York progettato da Mies Van der Rohe

Seagram Builging, New York

Per questo nucleo, fu concepito il cosiddetto curtain wall (facciata continua), a discapito della tradizionale muratura con finestre esistente in quegli anni. L’ossatura in acciaio, che sale per 26 piani, è rivestita di calcestruzzo, dove travi e pilastri sono a filo delle vetrate. Le finestre sono divise da travi in acciaio a doppia T e si ripetono su tutte le facciate, per favorire l’ingresso della luce negli alloggi a pianta libera.

I due immobili furono messi in relazione attraverso una pensilina in acciaio che riveste l’area di pertinenza delle torri e la piazza di collegamento.

Seagram Builging – 1954

Si afferma come ulteriore importante esemplare di curtain wall. Si tratta di un grattacielo sulla Park Avenue, New York, tra la 52ª e la 53ª Strada, nella Midtown Manhattan.

La soluzione urbanistica è rivoluzionaria: la pianta dell’edificio è collocata più indietro di 27,5 metri rispetto al fronte stradale. L’arretramento, che dà luogo ad una piazza pubblica, crea una discontinuità nelle “strade corridoio” di Manhattan per costituire un punto di rottura tra strutture identiche. Diventa, così, un punto di riferimento per orientarsi nel panorama di Park Avenue.

La struttura rettangolare è composta da sei pilastri verticali sul prospetto principale e quattro su quello laterale, ed è rivestita da un curtain wall di bronzo e vetro scuro, per schermare il sole. Base e corpo principale si distinguono grazie alla presenza dei pilastri del portico, che costituiscono idealmente un secondo basamento, dove una lastra in granito lo separa dal blocco superiore dei piani.

Fu commissionato dalla multinazionale canadese “Joseph E. Seagram & figli”, e venne completato nel 1958.

Casa Farnsworth – 1950

Ubicata nella cittadina di Plano, Illinois, questa struttura è una residenza privata e costituisce un forte esempio di “edificio ad aula”.

Nel 1945 Mies fu richiesto da Edith Farnsworth. Il compito era progettare, nel lotto di sua proprietà, una dimora da destinare al weekend, nei pressi del fiume Fox.

La casa viene ideata per creare un rapporto intimo con la natura che la circonda. Sembra sospesa nel bosco, grazie agli esili pilastri che sollevano la struttura, composta da tre lastre in CLS bianco, dal suolo. La pianta è organizzata in rettangoli puliti, che si aprono verso l’esterno grazie alle ampie pareti vetrate. All’interno la grande “aula”, concetto dell’open space, diventa un ambiente polifunzionale.

L’unico blocco opaco è quello posto al centro della struttura, dove si trovano bagno, cucina e guardaroba. Il resto degli spazi sono delimitati da qualche mobile posizionato in modo strategico. Si tratta di una nuova concezione dell’abitare di profondo valore artistico.

Neue Nationalgalerie – 1962

Questo museo del Kulturforum di Berlino è divenuto un’icona dell’architettura moderna, una sorta di monumento all’arte contemporanea, meta di pellegrinaggio per molti artisti che hanno succeduto Ludwig Mies Van Der Rohe. E’ l’ultimo progetto da lui compiuto e segna il suo primo il ritorno in Germania dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Con l’ambizione di ridare un volto alla capitale ferita, la formula compositiva è stata realizzata interamente in acciaio e vetro, creando l’illusione di un tetto che fluttua in aria, grazie alle pareti in vetro su cui poggia. L’ampia base con le esposizioni temporanee nasconde la galleria sotterranea con la collezione permanente, dove si trovano opere di Picasso, Klee, De Chirico e Dalì.

Un dettaglio di straordinaria bellezza è il punto d’unione dei pilastri d’acciaio cruciformi al tetto, che sembra una rivisitazione minimal del capitello di tradizione classica.

Inaugurato nel 1968, la Neue Nationalgalerie è attualmente chiusa per lavori di ristrutturazione ma riaprirà nel 2020. Il restauro è affidato allo studio di architettura di David Chipperfield.

Padiglione Barcellona – 1929

Realizzato per l’Esposizione Universale di Barcellona del 1929, Padiglione Barcellona è l’opera manifesto del Movimento Moderno.

Data l’esclusività di questa struttura profondamente essenziale, troverete un focus dedicato nel prossimo articolo.